Non ho resistito, e anche in
questo caso ho voluto tentare la strada della grafica essenziale, che mi piace
da matti. Adoro fare torte così, quasi vettoriali,
e voglio continuare in questo senso. Il contest è stata una bella occasione per
sperimentare, nonostante sapevo fin dall’inizio che la mia torta si sarebbe
discostata dallo stile colorato, bello ed elaborato, predominante fra i
partecipanti. Ho il sentore che io viaggio su un’altra strada, perché ho sempre
avuto la tendenza a sintetizzare, probabilmente proprio per arrivare a un qualcosa
che vorrei simile a questo cubotto.
Il contest voleva torte
ispirate alle stagioni dell’anno. Io ne ho rappresentata una su ciascuna faccia
del cubo, usando un simbolo emblematico, e inserendo fra sagome bidimensionali
(tipo ombre) un solo elemento 3D.
Questo post è l’occasione per
suggerirvi l’impasto della Madeira cake, dalla consistenza tale da renderla
perfetta per torte alte e/o intagliate che, farcite con ganache pastorizzate,
possono stare tranquillamente fuori dal frigorifero fintanto che vengono
decorate, prima della consumazione.
MADEIRA CAKE
500 g di farina
1 cucchiaio di lievito
400 g di burro morbido
400 g di zucchero semolato
7 uova medie
aroma a piacere
1 cucchiaio di lievito
400 g di burro morbido
400 g di zucchero semolato
7 uova medie
aroma a piacere
Mettere
in una ciotola il burro ammorbidito e lo zucchero e lavorare il tutto fino ad
ottenere un impasto morbido e omogeneo. Aggiungere la farina setacciata con il
lievito alternandola a cucchiaiate con le uova. Imburrare e infarinare una
tortiera da 26 cm di diametro e versarvi il composto appena ottenuto.
Infornare
il dolce a 160°C in forno statico preriscaldato, e farlo cuocere per 1 ora e 15
minuti circa. Passato questo tempo, fare la prova stecchino per controllarne la
cottura.
Una
volta raffreddata, questa torta è perfetta per essere intagliata e usata per
ottenere le forme più svariate. Per torte da decorare e conservare fuori da
frigo fino al momento del consumo, si consiglia di farcire i vari strati con
ganache al cioccolato.
Insomma, anche lo zucchero pretende una sua architettura. Eh già.